domenica 2 settembre 2012

Intersezioni

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

Letture più affini di quel che può sembrare.

Karl Marx, L'alienazione, a cura di Marcello Musto, Donzelli, Roma 2010

(Dall'interno del volume)

Non è l'operaio che utilizza i mezzi di produzione, ma sono i mezzi di produzione che utilizzano l'operaio (...) non i mezzi di produzione, le condizioni materiali del lavoro, appaiono sottomessi al lavoratore, ma egli ad essi. Già questo rapporto nella sua semplicità è personificazione delle cose e reificazione delle persone (...) chi impiega una macchina non ha bisogno di capirla



Neil Postmam, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringieri, Torino 1993

(Dalla quarta di copertina)

Nella storia della civiltà occidentale «tecnopolio» è lo stadio in cui la tecnologia – autolegittimantesi, autoperpetuantesi e onnipresente – rende invisibile e perciò irrilevante il mondo del pensiero tradizionale. Lo fa ridefinendo quel che intendiamo per religione, arte, famiglia, storia, verità, vita privata ecc., in modo che le nostre definizioni si adeguino alle sue esigenze. In altre parole, tecnopolio è tecnocrazia totalitaria o totalitarismo tecnocratico

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