venerdì 9 luglio 2010

"Dialogo con Platone"

di Viviana Meschesi (viviana.meschesi@gmail.com)

Stefano Cazzato, Dialogo con Platone. Come analizzare un testo filosofico, Armando, Roma 2010

La filosofia contemporanea ci ha indicato, da diverse vie, la fecondità di ogni archeologia del pensiero e dunque non stupisce che la lettera platonica possa riservarci continuamente nuovi orizzonti e nuove angolature.
Affrontare poi i dialoghi platonici minori per tentare un ripensamento ed un rinnovamento del metodo per lo studio della filosofia, quando la retorica e la dialettica sembrano argomento quanto mai anacronistico nel bagaglio culturale dello studente odierno, ma allo stesso tempo carta da sempre vincente per chi ne fa competente uso, è la sfida di Stefano Cazzato.
Dialogo con Platone è un saggio che, come ci avverte l’autore, non vuole parlare “di” Platone, ma attraverso di lui, al fine di produrre un testo che sia di riflessione e di lavoro al contempo: obiettivo esplicito dell’analisi “non è il sapere ma il saper fare”. Il tentativo di ripensamento dell’insegnamento della filosofia nelle scuole, cercando di proporre una seria e proficua alternativa all’impostazione storicistica che da anni caratterizza lo studio della filosofia, ma allo stesso tempo rispettosa del quadro storico della disciplina, si muove verso un’impostazione pluridirezionale che sviluppi la filosofia per temi, per problemi, per linguaggi.
Tale sfida è proposta da Stefano Cazzato partendo da sei dialoghi platonici (Eutifrone, Crizia, Minosse, Epinomide, Clitofonte, Carmide), nel tentativo di mettere colui che “cerca di sapere” nella condizione di comprendere i delicati passaggi della dialettica e della retorica, distinguendo asserzioni, opinioni, prove e identificando i vari dispositivi logici della macchina dialettica alla base dei dialoghi platonici.
Nella ferma convinzione che giungere al cuore della filosofia e misurarsi con la struttura stessa del ragionamento significhi avere una reale possibilità di non subire acriticamente la positività di un certo modo di pensare, l’autore propone l’obiettivo, produttivo, di insegnare un modello che, a differenza di una nozione, sia funzionale e applicabile a diverse situazioni.
E così ogni dialogo diviene l’occasione di approfondimento delle diverse tecniche dialettiche e retoriche: dalle strategie socratiche (il dubbio, l’ironia, la dissimulazione, il paragone…) analizzate nell’Eutifrone, alle strutture dell’argomentazione (problema, tesi, corpo argomentativo, eccezioni alla regola, conclusione) nel Crizia, al ragionamento per enumerazione nell’Epinomide, alle varie strategie argomentative nel Minosse, sino a giungere al metodo nel Clitofonte e alla descrizione delle astuzie della ragione nel Carmide.
Dice Cazzato: “[…] le strutture sono fondamentali: sono chiavi di lettura del pensiero, non funzionano come contenitori rigidi e irreversibili del sapere, ma hanno un valore strumentale; producono aspettative ma non negano la molteplicità dell’esperienza; semplificano l’approccio al reale ma senza pretese riduzionistiche; si modificano in rapporto alle nuove esigenze della ricerca e del sapere; sono abilità perenni, recuperabili quando servono, a differenza delle singole nozioni, che presentandosi alla mente in modo disarticolato, si perdono e si dimenticano” (p. 58).
Jerome Bruner, insigne pedagogista americano, insiste sull’importanza della struttura della conoscenza, e dunque un lavoro testuale come quello contenuto in questo saggio, che è rivolto in particolare a chi ha fatto della trasmissione della filosofia il proprio orientamento, permette di cogliere “il pensiero nel suo farsi e articolarsi”, nell’individuazione dell’intero processo argomentativo attraverso la coerenza ed esattezza di uno statuto epistemologico che ha caratterizzato profondamente il pensiero greco e che insiste profondamente nel tessuto culturale contemporaneo.

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