giovedì 10 dicembre 2009

Filosofia e pratica medica

di Federico Sollazzo (p.sollazzo@inwind.it)

Gli sviluppi della tecnologia e della scienza medica, ci pongono di fronte a delle nuove questioni etiche (tra cui, addirittura, anche un’eventuale ridefinizione del concetto di vita), con le quali siamo tutti chiamati ad avere a che fare. Fra i pensatori che in età contemporanea si sono dedicati alla riflessione su tali questioni, risultano essere particolarmente significativi i contributi di Hans Jonas, Karl Jaspers e Hans-Georg Gadamer.
Jonas, in opere come Dalla fede antica all’uomo tecnologico, Il principio responsabilità, La filosofia alle soglie del Duemila, Organismo e libertà, Scienza come esperienza personale, Tecnica, medicina ed etica, pone la libertà come il fondamentale modus essendi di ogni forma di vita, da questa semplice considerazione derivano delle enormi responsabilità per l’uomo contemporaneo. Quest’ultimo infatti, a causa delle enormi conseguenze che può produrre nel tempo e nello spazio, tramite le nuove tecnologie, che lo rendono, nelle parole dello stesso Jonas, un “Prometeo scatenato”, diviene responsabile non solo della propria libertà ma anche di quella degli altri viventi. La definizione di nuovi diritti e doveri nei confronti di tutti i viventi e dell’ambiente che ci ospita, diviene allora prioritaria per tale Prometeo scatenato: ad una nuova ontologia deve corrispondere una nuova morale.
Jaspers, in testi quali Psicopatologia generale e Il medico nell’era della tecnica, fa notare come la pratica medica sia sostanzialmente ambigua: essa è infatti al contempo una scienza (indubbiamente) ed un’”arte” che ha un suo scopo, la guarigione come ripristino della naturalità, un suo oggetto, l’organismo vivente, un suo luogo, l’interno dell’organismo, ed una sua specifica prospettiva, quella di affrontare ogni caso, ergo ogni organismo, come unico, mettendo in campo una mescolanza di sapere, esperienza e intuizione. Il medico risulta così essere un “creatore” di salute, con tutte le responsabilità che ne derivano, accresciute, oggi, dalle nuove potenzialità di una medicina tecnologicamente supportata.
In cosa consistano queste, dilatate, responsabilità, viene da Gadamer focalizzato in Dove si nasconde la salute. L’etica della responsabilità rifiuta gli estremi dell’accettazione rassegnata dello status quo e dell’elaborazione presuntuosa di un futuro perfetto; essa è sì critica costruttiva allo status quo e tensione verso il futuro, ma verso un futuro non precostituito, aperto a molteplici possibilità, molteplici contenuti, che siano però sempre il frutto di un’unione consapevole fra necessità e libertà, finalizzata al raggiungimento di una “salute”, che altro non è che una condizione di equilibrio, armonia, senso della misura, nel rapporto con se stessi, gli altri ed il mondo in cui siamo inseriti.

("Periodico Italiano webmagazine", 25/11/2009)

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